“Spazi” di bellezza

Il nuovo logo Zara fa discutere, e riapre l’eterna diatriba sul fatto se le leggi dell’estetica abbiano ancora un valore in un mondo in continuo cambiamento. Per essere chiari: è bello ciò che piace o è bello ciò che risponde a determinati “canoni di armonia ed equilibrio”, come ipotizzato dagli artisti della Grecia antica? La bellezza è un concetto soggettivo, oppure no? Se avete voglia di approfondire l’argomento, vi consiglio la lettura di “Beauty”, dei designers Stefan Sagmeister e Jessica Walsh. Il libro raccoglie una serie di studi e sondaggi che aiutano a capire perché nel mondo moderno il concetto di bellezza sia diventato sempre secondario rispetto ad altri valori come ad esempio la funzionalità e l’efficacia. Certo per un prodotto di design la funzionalità è uno degli aspetti fondamentali, ma il top si raggiunge quando la funzionalità è unita alla bellezza, quindi le due caratteristiche dovrebbero essere sullo stesso piano, ma spesso non è così. Eppure dai sondaggi analizzati nel libro emerge in modo sorprendente come la maggioranza delle persone, di diversa formazione culturale e stato sociale, sappiano riconoscere, ad esempio, tra due immagini simili, qual’è l’opera d’arte originale e quale la falsa, modificata in alcuni particolari. Oppure il fatto che alcune forme geometriche semplici, considerate fin dall’antichità rappresentative dell’ideale di armonia, siano ancora oggi scelte come le più “belle”. Quindi la bellezza esiste…

E dunque, il nuovo logo di Zara, vi piace, o no? (qui un articolo di Design Taxi) Oggettivamente posso dire che le quattro lettere hanno pesi diversi e nel sovrapporle, nel togliere la consueta spaziatura, non si ottiene nessun segno particolarmente ricco di significato, né tratti dinamici che un carattere bastoni avrebbe forse esaltato di più. Il nuovo logo non favorisce la leggibilità, non suggerisce armonia, non è innovativo (leggete qui come riprende la vecchia testata di Harper’s Bazaar), e non è nemmeno memorabile, proprio in funzione della sua mancanza di originalità. Inoltre, nella nuova immagine complessiva (come si evince dal video on line), noto un riferimento al passato, a un’atmosfera crepuscolare e confusa che mi sembra poco attuale. E mi chiedo perché un brand che ho sempre considerato fresco e vicino alle nuove tendenze, ricco di luce e stimoli da tutto il mondo abbia deciso per un simile cambiamento. Per carità, immagino ci sia stato un brief ben preciso, un percorso creativo di cui non possiamo conoscere le evoluzioni, e io non sono un’esperta di moda… Per cui non resta che stare a vedere come si comporterà il mercato, se la nuova immagine avrà successo.

Ad ogni modo, su una cosa penso si possa essere tutti d’accordo: la vera bellezza è quella che rimane nel tempo.