Logo design e storia dell’editoria italiana

Chi pensa che il brand design sia solo un esercizio di marketing, dovrà ricredersi. Basta prendere in esame alcuni marchi delle più importanti case editrici italiane.

Pensiamo ai libri. La pubblicazione di un libro è sicuramente un evento culturale. Specialmente quando si tratta di un romanzo, ogni nuova uscita è espressione artistica di un autore che è in grado di raccontare qualcosa e di coinvolgerci con il solo esercizio di scrivere su una pagina. Se ci pensate, in un’attualità fatta di effetti speciali, eventi immersivi, serie tv accessibili on demand, ecc., il libro (che sia un oggetto cartaceo o un e-book) è solo una successione di caratteri tipografici neri su un rettangolo bianco. Eppure, è in grado di trasportarci in realtà parallele in cui possiamo immergerci in qualsiasi momento, riscoprendo le infinite possibilità della nostra mente e della nostra fantasia.

Tutto questo, tuttavia, per funzionare, ha bisogno di una casa editrice. Ovvero, di una realtà fatta di persone che lavorano con passione, di una struttura operativa e commerciale che funzioni, e, quindi, di un’identità visiva ben presente sul mercato. I loghi realizzati per le più importanti case editrici italiane hanno le loro origini spesso in tempi lontani, e rappresentano aneddoti, luoghi o immagini cari ai loro fondatori. Sono simboli a volte molto personali, e sicuramente veicoli di profondi valori anche storici. Come il logo di Einaudi, scelto per la casa editrice dopo che la rivista mensile “La Cultura”, che lo riportava in copertina, venne chiusa dal regime fascista nel 1935. Oppure il logo di Laterza, che riproduce un labirinto disegnato da Leonardo da Vinci. Oppure ancora, la collana BUR di Bompiani, identificata dal carattere tipografico Bodoni, che fu dichiarata nel 1952 “iniziativa di importanza e interesse mondiale”.

Ecco quindi dimostrato come la grafica e la comunicazione visiva siano spesso un patrimonio culturale di grande valore, di cui a volte però, sappiamo troppo poco.

Per saperne di più sui loghi delle case editrici italiane vi consiglio questo articolo del Post.